La recente fuga di documenti di Google ha scosso il mondo dell’ottimizzazione dei motori di ricerca. Più di 2.500 documenti sono stati resi pubblici da un individuo precedentemente anonimo, mettendo in luce i segreti a lungo custoditi da Google sulle pratiche di classificazione dei siti web. Questi documenti rivelano dettagli su come Google determina la posizione dei siti nei risultati di ricerca, inclusi fattori come i click degli utenti, i dati raccolti da Chrome e l’autorevolezza di un sito su argomenti sensibili come le elezioni e la pandemia da Covid-19.
L’autore della fuga di informazioni è stato identificato come Erfan Azimi, un esperto SEO e fondatore di EA Eagle Digital. Azimi ha ottenuto i documenti che erano stati accidentalmente pubblicati da Google all’inizio di maggio e li ha condivisi con altri esperti del settore per un’analisi più approfondita. Ciò che è emerso da questa analisi è una panoramica dettagliata del funzionamento interno del motore di ricerca di Google e dei vari fattori considerati per determinare la classifica dei siti web.
Tra le rivelazioni più sorprendenti dei documenti c’è l’utilizzo da parte di Google di dati click-centrici degli utenti, la considerazione dei sottodomini in modo separato nelle classifiche e l’importanza dell’età di un dominio. Inoltre, è emerso che Google valuta l’autorevolezza generale e specifica di un sito, con particolare attenzione durante eventi come le elezioni o una pandemia. Altri fattori come le informazioni raccolte da Chrome, la qualità dei click e persino il nome di dominio sono stati identificati come influenti nel posizionamento dei siti nei risultati di ricerca.
Questa rivelazione ha messo Google in una posizione imbarazzante, costringendola ad ammettere almeno la veridicità dei documenti trapelati. Tuttavia, l’azienda ha sottolineato che alcune informazioni potrebbero non essere aggiornate o essere fuorvianti se prese fuori contesto. Gli esperti SEO, d’altra parte, stanno valutando attentamente come integrare queste nuove informazioni nelle loro strategie, mentre Google potrebbe essere costretta a modificare nuovamente i suoi criteri di classificazione dei siti web.