Matteo Cozzani, capo di gabinetto di Giovanni Toti, si è dimesso dal suo incarico mentre è agli arresti domiciliari per corruzione elettorale con l’aggravante mafiosa. Le dimissioni sono giunte dopo che i fratelli Testa, rappresentanti della comunità riesina a Genova, sono stati interrogati per presunto voto di scambio.
Le dimissioni di Cozzani potrebbero influenzare il suo caso legale, con la possibilità che vengano revocati gli arresti domiciliari. Si ipotizza che la misura cautelare fosse legata al rischio che il capo di gabinetto potesse commettere altri reati sfruttando la sua posizione. Tuttavia, il presidente Toti sembra non avere intenzione di dimettersi al momento. Il Consiglio regionale discuterà una mozione di sfiducia nei confronti di Toti la prossima settimana.
Secondo le indagini, Cozzani avrebbe gestito i rapporti con i fratelli Testa per ottenere voti alle elezioni regionali del 2020 in cambio di favori. Gli inquirenti sostengono che in cambio dei voti sarebbero stati promessi posti di lavoro. Nonostante le affermazioni di Testa che negano accordi con Toti, alcune intercettazioni sembrano suggerire il contrario.
In un’intercettazione, Italo Testa avrebbe menzionato un presunto accordo con Toti riguardante posti di lavoro. Inoltre, in vista delle elezioni politiche del 2022, Toti avrebbe discusso con Cozzani la possibilità di incontrare nuovamente i fratelli Testa. La situazione si è complicata quando i posti di lavoro promessi non sono stati realizzati, portando a una discussione su possibili alternative.
La vicenda continua a evolversi mentre emergono nuovi dettagli sull’inchiesta in corso e sul coinvolgimento di Cozzani e dei fratelli Testa.