Nuova pista nelle indagini sulla morte di Giada Zanola a Vigonza
Le indagini sulla tragica morte di Giada Zanola, la 34enne lanciata dal cavalcavia In A4 a Vigonza, nel Padovano, dal compagno Andrea Favero, padre del loro figlio di 3 anni, continuano a suscitare nuove ipotesi. Emergono dettagli inquietanti riguardo alla relazione tra la vittima e l’assassino, che è attualmente in custodia cautelare con l’accusa di omicidio aggravato.
Una nuova pista investigativa si è aperta sul fronte dei video intimi della coppia, che potrebbero essere stati utilizzati per ricattare Giada. La donna aveva confidato ad amici e al suo nuovo compagno di temere che Favero avesse registrato video compromettenti durante i momenti di intimità, minacciando di diffonderli online. Tuttavia, il cellulare di Giada risulta ancora disperso, complicando ulteriormente le indagini.
La polizia postale è al lavoro per verificare la presenza di eventuali file compromettenti sui dispositivi elettronici della vittima. Nel frattempo, gli inquirenti stanno cercando di stabilire se Giada fosse incosciente o già deceduta al momento del tragico evento sul cavalcavia. I risultati degli esami tossicologici, attesi tra un mese, potrebbero fornire ulteriori dettagli sulla situazione della ragazza quella notte.
È fondamentale ricostruire con precisione gli eventi che hanno preceduto l’omicidio, compresa la discussione avvenuta tra la coppia il lunedì precedente. Questo confronto ha impedito a Giada di iniziare il suo nuovo lavoro in un distributore di carburante a Vigonovo, dove lavorava anche l’uomo con cui aveva intrapreso una nuova relazione, portando alla luce una situazione di tensione e gelosia che potrebbe aver contribuito alla tragica fine di Giada Zanola.