Andrea Favero ammette parzialmente di essere stato sul cavalcavia con Giada Zanola prima della sua morte: “Eravamo sulla ringhiera che si affaccia sull’autostrada”, ha dichiarato ai poliziotti. Queste parole sono emerse dopo che Giada è stata scaraventata giù dal cavalcavia in A4 a Vigonza, nel Padovano, a breve distanza dalla loro casa condivisa. Le sue dichiarazioni hanno portato gli investigatori a intensificare le indagini, culminate con il suo arresto per omicidio.
Inizialmente, Favero aveva negato tutto, sostenendo di non sapere dell’allontanamento di Giada. Tuttavia, le telecamere di sorveglianza hanno smentito la sua versione, costringendolo a cambiare la sua storia. Ha ammesso di aver litigato con Giada e di averla seguita fino al cavalcavia, ma ha affermato di non ricordare se fossero saliti sulla ringhiera. Favero ha descritto un vuoto nella sua memoria e ha detto di essere tornato a casa pensando solo al loro figlio.
Gli investigatori ritengono che Favero abbia tentato di creare un alibi inviando messaggi dal telefono di Giada il giorno dopo l’omicidio. Tuttavia, l’uomo ha scelto di non parlare durante l’interrogatorio di garanzia, mantenendo il silenzio sulle accuse. Il suo avvocato ha confermato che al momento Favero non ha ammesso la colpa e ha deciso di non rilasciare dichiarazioni spontanee.